Respirazione orale e alterazioni del cavo orale del bambino
La respirazione orale – ovvero la respirazione che avviene attraverso la bocca – può essere causa di malformazioni dentali e scheletriche nell’età dello sviluppo. Condizione spesso sottovalutata,
rappresenta una delle abitudini viziate, cioè delle “cattive abitudini” dell’infanzia, al pari del “vizio” di succhiare il pollice. È dimostrata essere 4 volte più comune nei bambini con
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La respirazione orale – ovvero la respirazione che avviene attraverso la bocca – può essere causa di malformazioni dentali e scheletriche nell'età dello sviluppo.
Condizione spesso sottovalutata, rappresenta una delle abitudini viziate, cioè delle “cattive abitudini” dell'infanzia, al pari del “vizio” di succhiare il pollice. È dimostrata essere 4 volte
più comune nei bambini con problematiche ortodontiche. Le vie aeree, il modo di respirare, le alterazioni del cavo orale e le cattive abitudini nel bambino sono tutti aspetti connessi l'uno con
l'altro durante la crescita. Possono influenzare sia la forma che le funzioni delle strutture cranio-facciali e respiratorie, con possibile insorgenza di alterazioni (un'alterazione
dell'allineamento dei mascellari è più correttamente chiamata malocclusione).
I fattori di rischio della respirazione orale e come riconoscerli
L’ostruzione delle vie aeree – specialmente a livello di naso e faringe – costringe i bambini a respirare attraverso la bocca. Questo può portare a diverse alterazioni.
1) cambiamenti posturali:
incompetenza delle labbra;posizione bassa della lingua nel pavimento della bocca;rotazione della mandibola.
2) caratteristiche tipiche a livello del volto (gli specialisti parlano di facies adenoidea):
forma del viso allungato;occhiaie;raggruppamento venoso sotto gli occhi;narici strette;gummy smile, cioè «sorriso gengivale», ossia la tendenza a esporre una porzione eccessiva di
gengiva.
3) alterazioni del cavo orale (possono essere genetiche o, appunto, il risultato del protrarsi della respirazione orale):
spostamenti dentali e malocclusione;ingrossamento delle tonsille;palato a forma di «V» (quindi molto stretto);overjet inverso, condizione legata a una malocclusione specifica, la terza classe
scheletrica;crossbite, «morso incrociato», indica una condizione in cui l’arcata superiore è stretta in senso trasversale e la mandibola per trovare un incastro va incontro a una deviazione. Di
conseguenza, anche i denti dell’arcata inferiore si troveranno più all’esterno rispetto a quelli dell’arcata superiore. Può essere da un solo lato o da entrambi;openbite, «morso aperto»,
incompetenza verticale delle arcate determinata da una malposizione dentale e/o scheletrica.
Un sonno disturbato dalla respirazione orale può portare a episodi frequenti di stanchezza diurna. Secondo alcuni sarebbe addirittura una delle cause del disturbo da deficit di attenzione e
iperattività (ADHD).
Se alla respirazione orale si sommano altre cattive abitudini, il quadro di malocclusione può peggiorare ulteriormente.
Diagnosi e trattamento preventivo della respirazione orale
La comunità scientifica riconosce le cattive abitudini e la respirazione orale come fattori di rischio di malocclusione, in quanto modificano l’equilibrio fisiologico della crescita. Tali fattori
vanno intercettati e corretti mediante un trattamento ortodontico precoce. L'ortodonzia precoce, infatti, migliora i risultati dell’ortodonzia correttiva, specie se il bambino ha meno di 12 anni,
età media in cui la crescita cranio-facciale è completa al 90%.
Il trattamento ortodontico, in questa fase della crescita, si basa solitamente su un approccio combinato. Il bambino va incontro prima a un trattamento con apparecchio mobile, ovvero un
apparecchio che deve essere tolto ogni giorno. A questo segue l'uso di un normale apparecchio fisso, al fine di ruotare correttamente i denti. In molti casi può essere utile un'espansione rapida
del palato (struttura ossea che costituisce anche il pavimento della cavità nasale) attraverso un apparecchio fisso che viene attivato quotidianamente dal genitore.
Il genitore ha un ruolo importante nel riconoscere, o almeno segnalare al curante, alcuni dei segni sopracitati, così da sottoporre il bambino a controlli da parte dell'odontoiatra e anche di
altri specialisti che possono essere importanti nel trattamento di questa patologia (pediatra, otorinolaringoiatra, logopedista, allergologo).